Quanti ricordi nella canzone del Piave! Era il 1918.
by Alessandra Cesselon
Anche questa canzone, fa parte delle memorie collettive. Una musica e un
testo che fino alla fine del 900, tutti conoscevamo. Una canzone patriottica,
che sembra antica e obsoleta, ma che si cantava da bambini e da giovani con
allegra baldanza. Non è una canzone di partito ma fu inno d’Italia fino al
1945.
Le vicende della prima guerra mondiale, sono tradotte qui dal famoso compositore napoletano E.A. Mario, con il suo
stile accorato e intenso. Si tratta in tre strofe importanti che sono un po’ un
riassunto e un riepilogo di storia.
In questa versione musicale, l’esecuzione canora è piena di retorica dell’espressione
e della dizione che forse ci fa un po’ sorridere, ma ci fa ricordare un mondo
passato nel quale valori e lotte cruente tra paesi, erano ancora
drammaticamente al centro della vita di
tutti. Le ultime vicende del virus Covid
19, ci fanno comprendere come le lotte sotterranee e transnazionali non sono
scomparse, ma forse hanno solo cambiato forma. E di sicuro, comunque, non
generano più accorate canzoni e belle melodie.
Notizie storiche https://www.turismofvg.it/La-Prima-Guerra-Mondiale-Lungo-Il-Piave
Dopo la prima settimana di novembre la gran parte dell'esercito si
trovava ormai dietro al linea del Piave. La situazione però era ancora molto
precaria: la riva destra, dalla zona del Montello fino alle sue foci, doveva
essere completamente adattata agli scopi di una guerra difensiva in tempi molto
ristretti. Gli austro-germanici erano consapevoli di questi problemi e
premettero per approfittare quanto più possibile dello sbando dell'esercito
italiano. Correvano voci, sempre più insistenti, che alcuni battaglioni
francesi ed inglesi stessero per giungere per dare una mano a quelli italiani.
Era perciò necessario affrettare i tempi: la speranza era di riuscire a
spingere gli italiani fino all'Adige e al Mincio. L'11 novembre 1917 l'Arciduca
Eugenio dispose di continuare l'avanzata ordinando alle armate provenienti
dall'Isonzo di attaccare la zona del Basso Piave puntando verso sud-ovest
(Venezia) mentre il I Corpo della Quattordicesima Armata (il Gruppo Krauss)
avrebbe dovuto attaccare tra i corsi del Piave e del Brenta. Contemporaneamente
vennero organizzate anche delle offensive sul Monte Grappa e sull'Altopiano di
Asiago dove però il fronte non si era mosso dopo la Ritirata di Caporetto.
La
resistenza italiana si dimostrò sorprendentemente solida e gli alleati
tedeschi, dopo alcuni giorni di combattimenti, abbandonarono questa impresa.
I
soldati italiani si trovarono molte volte in difficoltà ma riuscirono comunque
a resistere in tutti i settori. Un reparto formato da alcuni reduci del fronte del
fiume Isonzo e da Ragazzi del '99 riuscì non solo a respingere un attacco , ma
addirittura a catturare un gruppo di 500 soldati austro-germanici. Seppur
piccola, fu la prima vittoria dopo Caporetto.
Da ascoltare qui: https://youtu.be/KS2omJCMpuk