
Che magico incontro quello tra Numa Pompilio, il secondo Re
di Roma, e la Ninfa Egeria. Un amore sbocciato nella Valle della Caffarella,
dopo che il Re avendo un po’ esagerato in libagioni per la festa del suo
compleanno, si era addormentato nel Bosco Sacro; era una notte di luna piena.
Quando al mattino si risvegliò, si accorse che aveva poggiato la testa sopra un
gruppo di bianche Calle, ma che una di esse un po’ più staccata dalle altre
mostrava segni di avvizzimento. Il Re volle ristabilire l’equilibrio e dopo
avere bevuto un po’ dell’ acqua che sgorgava dalla fonte lì nei pressi , per
ristorarsi e svegliarsi meglio dal suo torpore, ne versò
un po’ sopra il fiore usando sempre la sua coppa,
con cui aveva bevuto il vino la sera prima . Poi raccolse le sue cose e fece
per andarsene, e si accorse nel frattempo che la Calla aveva già ripreso
freschezza e se ne stupì molto. Stava quindi incamminandosi verso la reggia,
quando ad un tratto una voce cristallina di una dolce fanciulla che
proveniva
dietro di lui
lo chiamò: “Oh mio Re, o mio grande Signore…!”
Numa sorpreso e incredulo si voltò e la vide, e interrompendola
le disse:” Oh per Giove , i miei occhi vedono
una meraviglia mai vista in forma umana, che nemmeno la bella Dea di Cipro
potrebbe esserle pari, chi sei tu che vieni improvvisamente a illuminare i miei
occhi?” E lei rispose: “ Oh mio Signore, il mio nome è Egeria, e non saprò mai
come e quanto ringraziarvi , mi avete ridato la freschezza delle mie compagne,
già mi sentivo vecchia e cadente…Io vivo qui nella Valle e non posso sdebitarmi
che con la mia presenza…Se volete potrò farvi compagnia quando e come volete,
vi racconterò tante storie di uccelli e alberi che qui da millenni vivono in
armonia con il fiume Almone”. Lui dolcemente le prese la mano e l’accarezzo
lievemente sul viso,
senza rispondere
l’accompagnò alla fonte da cui aveva preso l’acqua e poi disse: “Se vuoi
potremo darci appuntamento qui di notte ad ogni plenilunio.” La fanciulla
sorrise e annuì col capo, le porse i sui omaggi salutandolo e poi tornò dalle
sue compagne a riposare sull’erba fresca. Da quel giorno nacque il loro Amore perché
ad ogni luna piena i due amanti si
diedero in quel luogo sempre appuntamento. Passarono i secoli e la fonte dell’acqua,
che assunse il nome della Ninfa: Egeria, continuò ad essere di sollievo e
freschezza
per chiunque stanco e assetato
li si fermasse a riposare…
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