martedì 5 maggio 2020

Numa Pompilio e la Ninfa Egeria - Racconto poetico di Damiano Zignani


Che magico incontro quello tra Numa Pompilio, il secondo Re di Roma, e la Ninfa Egeria. Un amore sbocciato nella Valle della Caffarella, dopo che il Re avendo un po’ esagerato in libagioni per la festa del suo compleanno, si era addormentato nel Bosco Sacro; era una notte di luna piena. Quando al mattino si risvegliò, si accorse che aveva poggiato la testa sopra un gruppo di bianche Calle, ma che una di esse un po’ più staccata dalle altre mostrava segni di avvizzimento. Il Re volle ristabilire l’equilibrio e dopo avere bevuto un po’ dell’ acqua che sgorgava dalla fonte lì nei pressi , per ristorarsi e svegliarsi meglio dal suo torpore, ne versò  un po’ sopra il fiore usando sempre la sua coppa, con cui aveva bevuto il vino la sera prima . Poi raccolse le sue cose e fece per andarsene, e si accorse nel frattempo che la Calla aveva già ripreso freschezza e se ne stupì molto. Stava quindi incamminandosi verso la reggia, quando ad un tratto una voce cristallina di una dolce fanciulla che proveniva  dietro di lui  lo chiamò: “Oh mio Re, o mio grande Signore…!” Numa sorpreso e incredulo si voltò e la vide, e interrompendola  le disse:” Oh per Giove , i miei occhi vedono una meraviglia mai vista in forma umana, che nemmeno la bella Dea di Cipro potrebbe esserle pari, chi sei tu che vieni improvvisamente a illuminare i miei occhi?” E lei rispose: “ Oh mio Signore, il mio nome è Egeria, e non saprò mai come e quanto ringraziarvi , mi avete ridato la freschezza delle mie compagne, già mi sentivo vecchia e cadente…Io vivo qui nella Valle e non posso sdebitarmi che con la mia presenza…Se volete potrò farvi compagnia quando e come volete, vi racconterò tante storie di uccelli e alberi che qui da millenni vivono in armonia con il fiume Almone”. Lui dolcemente le prese la mano e l’accarezzo lievemente sul viso,  senza rispondere l’accompagnò alla fonte da cui aveva preso l’acqua e poi disse: “Se vuoi potremo darci appuntamento qui di notte ad ogni plenilunio.” La fanciulla sorrise e annuì col capo, le porse i sui omaggi salutandolo e poi tornò dalle sue compagne a riposare sull’erba fresca. Da quel giorno nacque il loro Amore perché  ad ogni luna piena i due amanti si diedero in quel luogo sempre appuntamento. Passarono i secoli e la fonte dell’acqua, che assunse il nome della Ninfa: Egeria, continuò ad essere di sollievo e freschezza  per chiunque stanco e assetato li si fermasse a riposare…

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