giovedì 23 aprile 2020

Homo Naledi e la sua cura del defunti - By A. Scatamacchia


by Antonio Scatamacchia


Negli scavi relativi nelle nostre origini, quando la terra era non inquinata, sono stati trovati, ominidi non tanto dissimili dai contemporanei. La ricerca ha portato al ritrovamento dell’ Homo Naledi, Sud Africa, circa 320.000 /260.000 anni fa. Ci troviamo di fronte a una lenta evoluzione che ha portato all’Homo Homo Sapiens che ha percorso i millenni attraverso un filone parallelo con una progressione sintomatica e preordinata della natura veramente straordinaria. L’Homo Naledi presenta faccia appiattita e prominente, capacità cranica bassa, dita ricurve tali da includerlo nel genere Homo Habilis, nella stessa epoca in cui era presente in Europa e in Asia l’Homo Ergaster. Durante questo periodo storico sono state trovate tombe dove era evidente la cura dei defunti. Questo ci fa comprendere come già a quell’epoca ci fosse un rito di sepoltura. Forse da quel ceppo è rimasta a noi, attraverso la cultura egizia, poi latina ed etrusca, la dedizione e le onoranze dei nostri defunti. Purtroppo ora in questo periodo di Coronavirus questa dedizione in parte la stiamo perdendo per necessità.  

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